Una settimana a Pantelleria

English Italian
Vai ai contenuti

Una settimana a Pantelleria

Giancarlo Bartolini Photography


L’isola siciliana di Pantelleria, in provincia di Trapani, si estende su una superficie di oltre 80 km². E’ la parte più a sud dell’Italia, vicinissima all’Africa; infatti dista soltanto 65 km dalla Tunisia, mentre è a 110 km dalle coste della Sicilia. Per raggiungere Pantelleria da Bologna, in aereo, occorrono circa 1h e 30m di volo diretto e utilizzabile durante la stagione estiva; diversamente, durante l’anno, è possibile effettuare voli da Venezia, Roma, ecc. con destinazione Palermo per poi volare a Pantelleria. Inoltre, Pantelleria è raggiungibile via mare, viaggiando in traghetto fino in Sicilia e da qui, sempre in traghetto, arrivando a Pantelleria. (Mappa)
L'isola è di origine vulcanica e rappresenta la punta emergente di un complesso vulcanico emerso solo in minima parte e per tutto il resto sommerso nel mare. Le coste sono in massima parte alte a causa dei sollevamenti provocati dalle eruzioni sottomarine. Spettacolari le stratificazioni rocciose diversificate, oltre alle colate laviche solidificate e all’ossidiana, vetro vulcanico che si forma con il raffreddamento repentino della lava.


Vista del porto di Scauri

Ad oggi, il vulcanismo nel settore emerso si manifesta con attività di tipo secondario come le fumarole e le sorgenti di acqua calda idrotermali, presenti un po' in tutta l'isola.
Pantelleria non è un’isola piatta, tutt’altro: raggiunge, infatti, un'altitudine di 836 m sul livello del mare con la Montagna Grande. Non vi sono spiagge e si scende al mare seguendo sentieri a volte agevoli, altre invece più impegnativi; la discesa avviene tra rocce e sassi, spesso costellati da vegetazione spontanea oppure nudi ma modellati dalla forza costante e inesorabile dell’acqua e del vento fino a offrire, spesso, degradanti scalini naturali. La fatica e scomodità che comporta raggiungere il mare calandosi tra le rocce è sempre ampiamente ripagata da quanto si può ammirare affacciandosi alle numerose calette sparse lungo la circonferenza dell’isola.
Sicuramente l’impatto che si prova è molto forte: costa alta a picco su un mare selvaggio, spesso di colore blu scuro a causa della profondità, oppure azzurro e verde nei punti meno profondi, trasparente e cristallino tanto da poter vedere, ad occhio nudo, la vita marina che lo popola.
 
Arco dell'elefante


Non solo il mare e le rocce, però, colpiscono coloro che viaggiano in lungo e in largo sull’isola: nonostante essa sia spesso battuta da venti forti e la temperatura sia piuttosto alta, non è una terra spoglia, magari arida in alcuni punti ma in buona parte ricca di vegetazione. Macchia mediterranea che sorge spontaneamente, bassa e integrata nell’ambiente. Piante grasse e di cappero che crescono con forza tra i sassi, piante di viti e ulivi che sono coltivati ad alberello nelle terrazze ricavate lungo i pendii dell’isola, tenute basse per una minor esposizione al vento. Piante aromatiche e di liquirizia che emanano il proprio profumo lungo le strade, i sentieri e tra le rocce che si affacciano sul mare. Palme, pini, piante fiorite… Uno spettacolo per i nostri sensi.

E poi…I muretti a secco. L’arte dei muretti a secco è ufficialmente entrata a far parte dei Patrimoni Immateriali dell’Umanità protetti dall’Unesco. Sono un elemento artificiale che però appare perfettamente integrato nell’ambiente naturale e che lo caratterizza, così come uniche sono le tipiche costruzioni pantesche, i dammusi, disseminati su tutta l’isola.

Muretti a secco e dammusi rappresentano un’architettura antica di origine araba, realizzata per contenere il vento, il caldo e preservare l’umidità del terreno in un luogo spesso segnato dalla siccità.

Muretti e Dammusi Pantelleria

Muretti e dammusi che si trovano nei giardini panteschi, ma anche in prossimità delle coste aspre a picco sul mare, lungo le strade o arroccati sui pendii dell’isola. Numerose sono le piccole proprietà dei contadini dove si coltivano orti ad uso familiare ma anche viti di passito e zibibbo, nella tipica forma ad alberello, per la produzione di noti vini.

Azienda vinicola Passito di Pantelleria

Non dimentichiamo la coltura del cappero di Pantelleria, che oltre a crescere spontaneamente, viene anche coltivato e raccolto per poi essere distribuito ben oltre l’isola.
Pianta bassa, che cresce adagiandosi sulla roccia o sui muretti esposti al sole, resistente alla scarsa piovosità, comporta la raccolta manuale del bottone floreale. Ciò che noi mangiamo, infatti, non è il frutto della pianta ma il bocciolo che se non viene raccolto ma lasciato crescere, allora diventa fiore e da esso nasce il frutto, il cucuncio.

Pianta del cappero di Pantelleria

Tutti i pregiati prodotti ricavati dalla non facile coltura in un territorio spesso secco e battuto dal vento, ma unico anche per la sua origine vulcanica, sono destinati non solo all’uso locale ma anche ad allietare i palati di tanti estimatori sul territorio italiano e non solo.

I servizi offerti sono essenziali e non ben distribuiti sull’isola: vi sono solo due pompe per rifornimento del carburante ed entrambe si trovano nel paese di Pantelleria, così come gli sportelli per prelievo bancomat. Sempre nel paese di Pantelleria troviamo anche il porto, le scuole, la banca, l’ufficio postale, qualche piccolo negozio di alimentari, frutta e verdura, pescheria e macelleria, oltre ad un paio di supermarket, l’ospedale e il Pronto Soccorso. In un’area limitrofa al paese, si trova l’aeroporto. Sull’isola vi sono anche altre località, piccoli comuni che offrono quanto di necessario può servire: per es. un forno, un banco ambulante con frutta e verdura, un negozio di abbigliamento.

Laghetto delle Ondine

Nell’isola non mancano, però, i ristoranti e le trattorie che propongono piatti tipici panteschi e siciliani, così come le cantine in cui degustare i vini prodotti sul territorio.
Non è un’isola per tutti, non è un’isola comoda né si fruisce del mare agevolmente e una volta che lo si è raggiunto, ci si può sdraiare sulla roccia solo se dotati di materassino e per ripararsi dal sole occorre improvvisare una tenda utilizzando i teli da mare. Inoltre, le strade che attraversano l’isola sono adatte a piccoli automezzi e se si è in coppia, molto consigliato è l’uso dello scooter. Spesso, per raggiungere cale o accessi al mare dalla bellezza unica e incontaminata, si percorrono strade in terra battuta, polverose e dissestate, strette e con dislivelli, pertanto occorre molta attenzione per evitare di ritrovarsi in situazioni spiacevoli.
Non è l’isola in cui trovare località che si prestano al passeggio serale o negozi in cui dilettarsi a fare shopping; non vi sono viali, strade o piazze in cui fermarsi per fare vetrina.
Eppure, Pantelleria è un’isola che rapisce e colpisce profondamente. La sua bellezza avvolge lo sguardo che si sposta dal mare al cielo, dalla montagna ai muretti, dalla macchia mediterranea ai dammusi, dalla roccia lavica nera e di nuovo al blu del mare. L’uomo è presente con il proprio lavoro, le coltivazioni e i propri interventi e purtroppo anche con qualche rifiuto abbandonato tra rocce e vegetazione. La sensazione che si prova, però, è che sia ancora la natura a dominare: una natura forte e aspra, meravigliosa e ricca.

Specchio di Venere

L’isola merita di essere scoperta anche spostandosi nelle zone interne, più distanti dal mare. Unica è la vista che si spalanca attraversando Piana di Ghirlanda, un’area pianeggiante a sud-est dell’isola, caratterizzata dalle colture di viti ad alberello, delimitate e protette dai caratteristici muretti a secco, e dalla coltivazione dei capperi; oppure il suggestivo Specchio di Venere, che appare all’improvviso uscendo da un tornante, nella parte a nord-est dell’isola; un lago naturale che occupa il cratere spento di un antico vulcano e il cui fondale è ricoperto di fango termale. Ancora, all’interno dell’isola svetta la Montagna Grande: qui si trovano moltissimi percorsi che permettono di ammirare le bellezze di quest’isola e di godere di panorami mozzafiato.

Specchio di Venere

L’isola di Pantelleria ha ospitato me e la mia famiglia durante l’ultima settimana di giugno. Dopo l’arrivo in aeroporto nella calura del primo pomeriggio e il trasferimento in paese per il briefing presso l’agenzia viaggi, finalmente abbiamo raggiunto la nostra sistemazione collocata in contrada Tracino.
 
Un dammuso immerso nella variegata vegetazione di un giardino pantesco, con vista panoramica sul terrazzamento e sul mare. Un angolo di paradiso, profumi aromatici, paesaggio unico e indimenticabile.
 
Abbiamo subito assaggiato il disagio che spesso avremmo poi riprovato durante le giornate successive: per raggiungere il dammuso dalla strada perimetrale che avevamo percorso provenendo dal paese di Pantelleria, abbiamo imboccato uno stretto stradello in salita, in terra battuta e costellato di sassi e buche.

L’alloggio si presenta caratteristico e confortevole, dotato di una preziosa area verde ad uso personale. Si avverte subito la pace che ci accompagnerà anche nei giorni seguenti.
I primi giorni ci sono serviti per familiarizzare con l’isola e renderci conto di come organizzare le nostre giornate, oltre che per individuare qualche punto di riferimento utile in un territorio che in alcuni punti appare poco ospitale.
Anche il solo fatto di doversi recare per forza nel paese di Pantelleria per fare rifornimento di benzina o prelevare il contante, significava pianificare i propri spostamenti.
Per approntare colazione e cena, pur senza pretese, abbiamo trovato comodi i due paesini più vicini a noi, Tracino e Kamma, con un bar in cui era possibile consumare piatti casalinghi, piccoli negozi di alimentari e forno artigianale.
 
Per raggiungere Tracino occorre percorrere una strada in salita che parte dalla perimetrale e sale verso il paese: una stretta strada a doppio senso che richiede non poca abilità di guida.


Kamma, adiacente a Tracino e in linea d’aria collocata proprio poco sopra il nostro dammuso, abbiamo imparato a raggiungerla anche a piedi, oltre che in auto, attraverso una scorciatoia che passa attraverso erbacce, muretti e piante di fico d’India.
 
Una volta garantito l’essenziale e compreso che vivere l’isola comportava accettare qualche disagio in cambio di tanta e varia bellezza, abbiamo vissuto le giornate della nostra permanenza godendo pienamente di ciò che incontravamo, della natura che ovunque volgessimo lo sguardo trionfava così ricca e forte, profumata e colorata: rocce nere e mare blu scuro, imponenti e maestosi, ma anche piante verdi e fiori, alberelli bassi e apparentemente fragili.

Faro di Punta Spadillo

Tanto caldo patito durante la giornata, tante ore esposti al sole senza trovare riparo ma poi…Il rientro al dammuso dove oltre al meraviglioso giardino ci attendeva anche una invitante piscina. E dalla piscina, in cui ci rinfrescavamo e liberavamo della calura sofferta durante le ore precedenti, potevamo godere di un paesaggio unico, senza mai stancarci di ammirarlo.
 
Ci siamo fatti questa idea di Pantelleria: o ti conquista profondamente, stupendoti continuamente e suscitando il desiderio di tornare per riassaporare paesaggi, profumi, gusti e colori, oppure ti respinge perché non è certamente l’isola dove poter trascorrere una comoda vacanza da turista in cerca di movida e passeggio serale.
 
Noi ne siamo rimasti conquistati e abbiamo il desiderio di poterci ritornare.
#UnaSettimanaAPantelleria #Pantelleria


2
recensioni
Yuri C.
23 Nov 2021
Si è vero fantastica, un'sola magica, dal profumo particolare, mare blu intenso, rocce vulcaniche che le danno quel tipico aspetto luccicante. Arida e rigogliosa allo stesso tempo, ricca di attrazioni naturali affascinanti, abitanti cordiali ed accoglienti. Centro storico un po' diroccato e fatiscente, come dalla fine della guerra, ma questo aspetto contribuisce a darle quel senso di decadenza malinconica che io amo e che mi catapulta in epoche storiche lontane. Particolarmente indicata per gli amanti della barca, soprattutto per godere appieno del mare in quanto non ha spiagge ma solo roccia. Assolutamente da visitare!!
Giancarlo
20 Dic 2021
Grazie Yuri del commento.
Torna ai contenuti