Da Ridracoli alla Foresta della Lama

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Da Ridracoli alla Foresta della Lama

Giancarlo Bartolini Photography
Pubblicato da Giancarlo in Trekking · 21 Ottobre 2023
Tags: ForesteCasentinesiDigadiRidracoli
(Vista del Bacino di Ridracoli da sopra la diga)

Dalla Diga di Ridracoli alle Fareste della Lama

Venerdì 20 ottobre, mattinata con temperature ancora gradevoli. In questa stagione la strada che sale alla Diga di Ridracoli è chiusa, quindi si parte subito a piedi dal parcheggio sotto e si sale lungo i tornanti della strada asfaltata che porta su alla diga. La strada è immersa nel bosco e si intravedono alcuni scorci delle colline circostanti. Si sale verso la fine della strada, si attraversa il tunnel che porta all’abitazione del centro operativo, si prosegue e si attraversa la diga. Oggi il vento è molto forte tanto che le inferriate a protezione dei visitatori, attraversate dal vento, emettono un sibilo e le molte bandiere che sulla diga sventolano in modo vistoso quasi sembrano strapparsi.

 

Giungiamo dalla parte opposta della diga e troviamo il bar ristoro chiuso in questo periodo, proseguiamo attraversando un paio di tunnel in direzione
rifugio Cà di Mezzo, raggiungibile in circa 30/40 minuti. Arrivati, chiediamo qualche informazione alla gentilissima signora che gestisce il rifugio (ancora aperto in questo periodo il venerdì e i fine settimana, questo fino alla prima domenica di novembre). Come suggeritoci, prendiamo il sentiero a destra della catasta di legna, dopo pochi minuti giungiamo ad un bivio, proseguiamo a destra lungo il sentiero 237 con l’indicazione Foresta della Lama ore 2:00; sul cartello c’è scritto “Sentiero per escursionisti esperti”: l’amico Giulio che mi accompagna lo è senz’altro, io di sicuro non lo sono.



Percorriamo il fianco della collina che costeggia l’invaso di Ridracoli, l’invaso resta alla nostra destra e guardando l’acqua vediamo due animali che nuotano velocemente verso riva, sembrano due cervi femmine. La cosa ci stupisce e una volta tornati al rifugio e raccontato l’accaduto, ci viene detto che spesso i cervi si buttano in acqua per scappare dal lupo, anche perché questo non entra in acqua per cacciare le prede.

 

Proseguiamo immersi nel bosco, salendo e scendendo di quota diverse volte; lungo il sentiero, alla nostra destra, si intravede la fine del bacino. Attraversiamo alcuni ponticelli in legno e proseguendo sul percorso segnato ci dirigiamo verso il Fosso della Lama. Dopo un po' di sofferenza da parte mia per i continui cambi di dislivello, si arriva (finalmente) ad una tipica strada della forestale che costeggia il Fosso della Lama; la percorriamo e dopo una ventina di minuti si arriva alla foresta della Lama ed al relativo Rifugio della forestale. Siamo circondati dal bosco e dal solo silenzio, molto in lontananza si sentono solo i rumori di alcune cascatelle provenienti dal Fosso della Lama, una vera oasi di pace.


 
Nello spiazzo del rifugio troviamo alcuni tavoli in legno con panchine per sedersi e qui ci fermiamo per riposare, bere e magiare qualcosa di energetico prima di ritornare. La nostra meta è una bella merenda al rifugio Cà di Mezzo, quindi ci aspettano più di 2 ore di cammino prima della sospirata sosta, poi altri 30/40 minuti per arrivare alla diga, e la discesa lungo la strada altri 20/30 minuti per arrivare al parcheggio.



Alla fine della giornata, una volta arrivati, mi accorgo che abbiamo percorso Km 22,400 (mio GPS) tempo di percorrenza 6 ore circa (soste escluse), insomma una bella camminata in mezzo alla natura.  




* La foresta Lama è un susseguirsi di vegetazione: l'esplosione di faggi, abeti, carpini, tigli, cerri, mano a mano che si scende cede alle latifoglie (roverella, castagno, maggiociondolo, orniello, tasso, ciliegi selvatici, agrifoglio); nei prati fioriscono piante alpine (genziana, croco) ed appenniniche (giglio martagone, anemoni, ranuncoli, aquilegia, orchidee); nelle radure ginepri, felci, viole, ciclamini. Daini, cervi, caprioli, cinghiali e mufloni sono facilmente osservabili, come pure l'aquila e la poiana; poco avvertibili invece, perché elusivi, i carnivori (lupo, faina, tasso, donnola, volpe).

* [Fonte:bagnodiromagnaturismo]




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